Buongiorno a tutti voi, cari utenti (virtuali). Visto il clima degli ultimi giorni, oggi abbiamo deciso di portarvi, virtualmente, al mare… a Porto d’Ascoli! Vi siete mai chiesti perché questa località, sita nel Comune di San Benedetto del Tronto, si chiami così? Il tutto inizia con il documento che vi andiamo a presentare: si tratta della bolla con cui il pontefice Giovanni XXII, in data 13 maggio 1323, da Avignone, scrive al Consiglio e al Comune di Ascoli, concedendo in feudo perpetuo agli ascolani il tratto di spiaggia tra il torrente Ragnola e il fiume Tronto per costruirvi, appunto, un porto (Archivio di Stato di Ascoli Piceno, Archivio storico del Comune di Ascoli, Archivio segreto anzianale, pergamena A.II.1). Tale evento fu determinante sia nei riguardi della rivalità tra Ascoli e Fermo, sia per la fioritura commerciale della città che trasse impulso per i suoi traffici nei secoli seguenti. Nel XVI secolo il porto divenne una compiuta struttura insediativa e difensiva con un castellano e propri abitanti, sempre controllati dal comune ascolano.

Divertiamoci un pò: di chi sarà il dito che indica la parola “portum” nel documento? Chi indovina sarà accompagnato, alla riapertura al pubblico dell’Istituto, in un tour guidato all’interno dei nostri depositi.

Restate connessi.

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