Buongiorno a tutti i nostri cari utenti (virtuali). Siamo ormai al termine del tempo di Quaresima, un tempo caratterizzato dall’astinenza dalle carni. Vogliamo oggi mostrarvi alcuni testimonianze di alimenti riservati a tale periodo dell’anno, occasione per gustare alimenti particolari, soprattutto pesce.

Già nel XIII secolo abbiamo notizie di cibi “di magro” offerti nella Quaresima al monastero di S. Angelo Magno di Ascoli dai vassalli di Ceresia, presso Valle Castellana, ad esso soggetti (ASAP, SAM, cass. XII, nn. 7, 12): si trattava, in particolare, della “focaccia” e della “guastella”, termine con cui si indica ancora oggi, nel sud Italia, una focaccia ripiena, tipica del periodo pasquale (guastella calabrese, ennese).

Tipico del periodo era il pesce. Dai capitoli che regolavano l’appalto della “triccolaria e pizzicaria” da parta del Comune di Ascoli, del 5 maggio 1673, un’attenzione particolare era rivolta a “tenere abbondante nel tempo della Quaresima et anco per un mese prima” un ricco assortimento di pesce: “caviale, arenghe, sarrache, merlucci, anguille salate, pesce in gelatina, pasce marinato e strummoli”. Esclusiva della Quaresima erano le “amindole”, pesce oggi conosciuto come “mendola” o “mennola/menola” (ASAP, ASCA, Istrumenti, reg. 432, c. 62rv).

Quindi cogliamo anche noi l’occasione per “digiunare” con saporite pietanze di pesce…

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