Salve a tutti, fantastici utenti (virtuali). Speriamo che le festività pasquali, seppur a casa, siano state serene e gioiose. Oggi, per essere in linea coi bollettini quotidiani sui ricoveri, contagiati et similia, vogliamo parlarvi anche noi di sanità… Vi presentiamo documenti relativi all’ospedale gestito dalla Confraternita di S. Maria della carità, detta “la scopa”, di Ascoli di cui questo Istituto conserva l’archivio. Tale istituzione fu attiva in città dal XV secolo fino al XIX secolo, quando venne inglobata dalla Congregazione di Carità. In pratica l’ospedale riflette l’evoluzione dell’originaria funzione caritativo-assistenziale svolta nel Medioevo dal sodalizio. Una delibera della congregazione di S. Maria della Carità, datata 2 gennaio 1676, con cui si incaricava Antonio Sciamanna “de Muscariolo” di esercitare per un anno l’ “officium hospitalarii” e di prendere in consegna i beni mobili dell’ospedale,  di cui si redige l’inventario, ci consente di conoscerne la dotazione e, di riflesso, il livello di assistenza materiale prestato ai malati.  Vengono elencati, tra i vari beni: “Matarazzi quindici; […] Quattordeci pagliacci; Quattordeci capezzali di capomanna; […] Coperte di lana ventitre; […] Undeci cassette alte da terra da dare a mangiare agli ammalati; Dodici cassette da vacuare; […] Un arcibanco dove scrive il medico; […] Una caldara grande di rame; […] Un cuccumo di rame da scaldare acqua; […] Quindeci baratti da siroppi; […] Dieci tazze e scodelle da brodo; […] Quattordeci salviette con le franze[…]” (ASAP, Archivio della Confraternita di S. Maria della carità, reg. 6, cc. 76-77).

Quanto sopra dimostra un’attenzione notevole nei confronti dei malati e alla loro cura. A conferma di ciò, interessanti sono le precauzioni prese per isolare da eventuali contagi i malati come dimostra la presenza di un “ospedaletto o casa de tisici” ben distinto dall’ospedale, affidato ad una governante. Anche in questo caso, un inventario redatto il 18 febbraio 1773, ci fornisce la dotazione di “lenzuoli, camice da uomo e da donna, foderette di cuscini, salviette, coperte, stramazzi, strapuntini, scaldaletto, piatti e bicchieri e due crocifissi” a disposizione della confraternita (ASAP, Archivio della Confraternita di S. Maria della carità, reg. 2, cc. 2 non numerate). Una sorta di “reparto” di ospedale riservato ante litteram.

Restate connessi. A presto.

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