Buongiorno a tutti voi, carissimi utenti (virtuali ma vicini). Oggi sarebbe stato il giorno dell’iniziativa “La notte degli Archivi” Archivissima, nell’ambito di Archivissima – il Festival nazionale degli Archivi – cui anche il nostro Istituto aveva aderito, con entusiasmo. Quest’anno il tema del festival è la donna. Tante erano le iniziative programmate per stasera: mostra documentaria, conferenze, performances di danza, musica e teatro, istallazioni multimediali. Il tutto è stato, come ovvio, rinviato dagli organizzatori al 5 giugno prossimo. Volevamo comunque presentarvi alcuni documenti che avremmo esposto nella mostra documentaria dedicata alla figura femminile nel Piceno, attraverso i documenti d’archivio. Una sezione della mostra sarebbe stata dedicata al lavoro femminile. Dalle carte emerge come accanto ai ruoli più tradizionali, che collocavano la donna tra le mura domestiche o al più nelle botteghe come esercenti o venditrici di commestibili, prendevano corpo ruoli meno consueti e quindi meritevoli di attenzione: hospitaliere, lavandaie del ‘600 in lotta con la corporazione dei tintori, donne manovali del ‘700, fino ad arrivare alle operaie occupate negli opifici esistenti in Ascoli e nei paesi della provincia nella seconda metà dell’ ‘800 e alle imprenditrici del ‘900.

Le foto che pubblichiamo sono tratte dalle delibere del Consiglio dei Cento e della Pace del Comune di Ascoli del 25 giugno 1675 e del 3 febbraio 1677 relative alla disposizione di apporre una lapide alle fontane di Solestà “coll’iscrizione – visibile ancora oggi – che tutte le donne possino andare a lavare li panni in dette fontane senza impedimento alcuno” sotto la pena di scudi tre per ogni volta che fosse loro impedito (ASAP, ASCA, Riformanze, reg. 103, c. 21r, c. 132r). Accadeva, infatti, che i tintori cui era stato concesso l’uso di una sola fontana, detta la maggiore, “doppo il suono delle hore 22 per sino al giorno immediatamente seguente” impedissero il lavoro delle lavandaie “risentite e poco modeste et in altre varie maniere improprie… con il buttare in esse saie, pannine ed altro…” (ASAP, ASCA, Bando degli Anziani del 6 luglio 1675, reg. 329, c. 23v).

A presto, con interessanti novità. Restati connessi. iorestoacasa Laculturanonsiferma MiBACT Direzione generale Archivi

 

 

 

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